evoluzione dello studio del Budō da parte del fondatore
Epoca Taishō 大正 (1912-1926)
Il fondatore in questo periodo si dedicò a numerose forme di Bujutsu (武術) ed in particolare approfondì la pratica del Daitôryû Aikijujitsu (大東流合気柔術) sotto la guida di Sokaku Takeda (武田惣角), 35° successore della Scuola Daito.
In quest'epoca il fondatore impostò la pratica sui kata.
Fra le scuole di Jujitsu (柔術), oltre a quelle che si basavano principalmente sul combattimento corpo a corpo e sul combattimento a terra, ne esistevano anche alcune che avevano tramutato i movimenti e le tecniche di spada in tecniche di tai-jutsu. La scuola Daitôryû di Aizu insegnata dal maestro Takeda ed in cui il fondatore dell'Aikido si distinse quale migliore allievo, fu una delle più rappresentative.
Nel 1919 avviene il primo incontro con Onisaburo Deguchi, capo carismatico della setta religiosa Ōmoto-kyō da cui verrà fortemente influenzata l'ispirazione della sua evoluzione spirituale.
Nel 1922 completa i suoi studi del Daitôryû Aikijujitsu e riceve da Sokaku Takeda il diploma Kyoju Dairi, grado di istruttore che lo certifica quale rappresentante della Scuola Daito.
Nel 1925 Ueshiba ebbe la sua prima occasione di risveglio spirituale quando, sfidato da un alto ufficiale della marina scettico sulle sue effettive abilità nella difesa senz'armi contro un avversario armato, invitato da questi a fornire una dimostrazione delle sue reali capacità, dopo aver avuto pieno successo nel disarmare a mani nude l'ufficiale armato di bokken vanificando il suo attacco al primo colpo, provò un improvviso mutamento interiore che lo rese capace di interpretare in una luce nuova il suo rapporto non solo con il Budō ma anche nei confronti di ogni aspetto della realtà esteriore.
Il Fondatore ebbe anche altre occasioni di esperienze similari che, unitamente all'idea religiosa trasmessagli da Deguchi che sosteneva che l’Arte è la madre della religione e l’Arte permette la nascita della religione, lo spinsero ad un collegamento sempre più stretto fra Arte e religiosità favorendo in lui il raggiungimento di una visione religiosa delle Arti marziali e del Budō.
Questa sua peculiare ispirazione nel campo delle arti marziali, fece maturare in Ueshiba il convincimento che, a partire dall'Arte e dalla sua capacità di elevare la spiritualità dell'Uomo, si possa arrivare a risolvere il problema esistenziale e religioso dell'Uomo stesso e quindi che ciò era possibile di riflesso anche in relazione alle Arti militari.
Questo convincimento condusse Ueshiba sempre più ad interiorizzare la propria pratica delle Arti marziali e, passando attraverso diverse crisi mistiche, alla fine concepì la visione del Budō come armonizzazione del Sé individuale con il Sè dell'Universo e da questa concezione la sua pratica delle arti marziali si modificò fino ad assumere quei connotati di forme che il Fondatore definì Ai-Ki-Do, cioè la sublimazione delle arti marziali nell’essenza stessa dell’aspirazione spirituale, etica e sociale del Budō giapponese.