L'animo che non si confronta
Anche se osservando dall'esterno il bagaglio tecnico dell'Aikido l'esecuzione delle sue applicazioni tecniche dimostrino possedere una possibilità reale di un efficace impiego nel combattimento reale, in questo modo di considerare la pratica dell'Aikido si perde di vista l'aspetto sostanziale di esso, che consiste nel fatto che il combattimento quale arte marziale e/o la difesa personale non è assolutamente la finalità di questa disciplina e qualora tale aspetto diventi, per un malinteso intendimento di questa disciplina, l'unico o comunque il principale scopo della pratica, ciò sarebbe completamente fuorviante dalla finalità perseguita dal Fondatore stesso dell'Aikido, Morihei Ueshiba.
Chi pratica l’Aikido secondo il suo corretto intendimento e finalità, è invece colui che ha maturato in sé l'obiettivo primario della pratica di una disciplina interiore e trasferisce questa finalità anche nella propria normale vita quotidiana, nel proprio modo di essere e di porsi verso altri, che è quello di colui il cui animo non si confronta.
Questo significa che, nell’avanzamento della pratica, l'aikidoista compie un percorso evolutivo nel quale il proprio spirito di competizione, che inizialmente lo porta a lasciarsi spronare dal gusto e dal desiderio di confrontarsi con gli altri, man mano lascia il posto al gusto ed al desiderio di confrontarsi con se stesso, interiorizzando la propria pratica nell’impegno di superare sistematicamente i propri limiti a prescindere dagli altri: questo è il significato di possedere un animo che non si confronta, il quale si realizza quando lo spirito di competizione si è spostato dal confronto esteriore verso gli altri al confronto interiore verso sé stessi.