periodo antecedente l'anno 1964
La pratica aikidoistica di questo periodo ruotò essenzialmente attorno alla figura del Prof. Salvatore Mergè, a partire dal 1946, anno in cui questi fece ritorno in Italia dal Giappone ove aveva soggiornato numerosi anni per lavoro ed in quel periodo aveva praticato come sotodeshi all'Hombu Dojo Aikikai di Tokyo, allievo diretto di Ueshiba Morihei. Quando negli anni '50 Minoru Mochizuki e Tadashi Abe ebbero i primi contatti con gli ambienti judoistici italiani interessati ad apprendere l'Arte dell'Aikido, trovarono quindi un terreno molto fertile per l'opera precedentemente svolta da Salvatore Mergè.
Ma fu solamente a partire dal 1959, in occasione di uno stage che il M° Tadashi Abe tenne quell'anno a Sanremo, che si accese in Italia un più vasto interesse per l'Aikido, grazie anche alla preziosa azione di divulgazione operata dalla scultrice giapponese Haru Onoda che in quegli anni stava frequentando l'Accademia di Belle Arti di Roma e collaborava con il prof. Mergè nella presentazione dell'Aikido in Italia.
La Sig.na Haru Onoda era stata in Giappone un'allieva diretta di Ueshiba Morihei che le conferì personalmente il grado di shodan (cintura nera 1° dan) e può a tutti gli effetti essere considerata un pioniere giapponese dell'Aikido italiano. Nel 1969 ritorna definitivamente in Giappone dopo essersi prodigata per oltre un decennio non solo per la diffusione dell'Aikido in Italia, ma soprattutto per il suo corretto intendimento.
Fra gli anni 1961 e 1964 gli aikidoisti italiani ebbero contatti anche con i maestri giapponesi Mutsuro Nakazono e Masamichi Noro giunti dal Giappone in Europa e stabilitisi in Francia. Occasionalmente ebbero modo di avvalersi anche degli insegnamenti di Hirokazu Kobayashi che saltuariamente effettuava dei viaggi dal Giappone in Europa.
Febbraio 1964: iniziano in Italia i primi corsi regolari di Aikido.
Nel febbraio del 1964 giunse in Italia il Sig. Motokage Kawamukai, giovane shodan (cintura nera 1° dan) dell'Hombu Dojo Aikikai, il quale tramite il M° Tommaso Betti-Berutto, pioniere italiano del Judo, entrò in contatto a Roma con la Sig.na Onoda ed iniziò a tenere un corso regolare di Aikido. Nell'estate di quell'anno il Sig. Kawamukai e la Sig.na Onoda, visti gli ottimi risultati del corso appena intrapreso e le buone prospettive esistenti, anche consigliati da Hirokazu Kobayashi che in quei giorni si trovava di passaggio a Roma, decidono di segnalare all'Hombu Dojo Aikikai la promettente situazione italiana suggerendo l'invio in Italia di un maestro giapponese di elevato livello.
Ottobre 1964: arriva in Italia il maestro Hiroshi Tada
A seguito di formale richiesta inoltrata presso l'Hombu Dojo Aikikai da Danilo Chierchini, dirigente della palestra di judo dei Monopoli di Stato in Roma dove si tenevano i primi corsi di Aikido diretti dal Sig. Kawamukai e dalla Sig.na Onoda, nell'ottobre 1964 il maestro Tada Hiroshi 7° dan con la qualifica di Shihan (imitabile), fu prontamente inviato ufficialmente in Italia dall'Aikikai Foundation con la missione di diffondere l'Aikido e di realizzare in Europa le strutture organizzative idonee a garantire lo svolgimento della pratica aikidoistica europea sotto il pieno controllo da parte dell'Hombu Dojo Aikikai del Giappone, in quanto in quegli anni la pratica dell'Aikido in Europa e specialmente in Francia dopo il ritorno in Giappone di Tadashi Abe avvenuto nel 1960, si stava sviluppando acora liberamente, priva di quel controllo e coordinamento da parte delle gerarchie giapponesi auspicato dall'Aikikai Foundation.