la comprensione Zen
体得する Taitoku Suru
La comprensione della realtà secondo lo Zen
Nello Zen e più in generale nel Buddhismo, la comprensione della realtà costituisce uno specifico e peculiare tipo di comprensione, poiché la comprensione buddhista non è una comprensione di tipo comune ma è illuminazione consapevole, cioè realizza un risveglio spirituale consapevole ottenuto anche sotto il profilo della comprensione fisica e non solamente sotto il profilo della comprensione esclusivamente intellettiva e razionale (anche il corpo ha quindi la sua parte nel processo cognitivo buddhista).
Questa comprensione, indisgiunta dalla comprensione corporea, arriva nel Buddhismo a trascendere il corpo e la mente sublimandosi in una dimensione esclusivamente spirituale, solamente nel momento in cui il buddhista praticante otterrà in modo compiuto, nel corso del proprio percorso spirituale, la più elevata realizzazione della comprensione della realtà con il raggiungimento del nirvana buddhista.
Comprensione intellettiva ed insieme corporea (体得する taitoku suru)
Nello Zen e più in generale nel Buddhismo, la comprensione che si raggiunge attraverso il satori (termine usato per indicare il risveglio spirituale buddhista), implica la realizzazione di un particolare tipo di comprensione della realtà, con valenza assai più ampia ed esaustiva di quanto il termine comprensione significhi correntemente nella tradizione occidentale: la particolare comprensione a cui si accede nella pratica Zen, non è mai disgiunta da quella consapevolezza che è una caratteristica specifica del Buddhismo, la quale non consiste unicamente del solo sapere dell'intelletto ma di un sapere-con, in comunione con il corpo fisico (taitoku suru 体得する)
« [...] L'uomo che, pur conoscendo poco le scritture, vive il Dharma nel proprio corpo e non se ne discosta, questi è un vero “custode della legge” [...] »
(Discorsi del Buddha, Dhammapada, XIX - 259)
« [...] I discepoli di Gautama sono costantemente svegli e consapevoli. Giorno e notte meditano sul corpo. [...] »
(Discorsi del Buddha, Dhammapada, XXI - 299)
Comprensione consapevole
Leggiamo nei primi due fondamenti enunciati dal Buddha nel Satipatthana sutra (il discorso dei quattro fondamenti della consapevolezza):
« [...] Quali sono i quattro fondamenti?
1. "O monaci, il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, accurato, consapevole, con una chiara comprensione [nota1][...]
2. "Egli si radica nell'osservazione delle sensazioni nelle sensazioni, accurato, consapevole, con una chiara comprensione [nota1][...]»
(Dai discorsi del Buddha - "Majjhima Nikaya", 10. - "Satipatthana sutra" tradotto dal pali da Thich Nhat Hanh e Annabel Laity)
È dunque importante evidenziare e sottolineare che è la consapevolezza buddhista a contraddistinguere la comprensione buddhista, la quale non solo supera la semplice capacità logica del pensiero, del mero intelletto, della ragione, ma supera anche la capacità stessa dell'intuizione quando questa sia di natura puramente razionale, raggiunta mediante l'esercizio del solo intelletto. Infatti la comprensione specificamente buddhista che passa attraverso la consapevolezza buddhista, è quella comprensione che si estende anche sul piano fisico e corporeo attraverso l'essenziale e fondamentale strumento cognitivo costituito dal conscio atto respiratorio presente nel nostro corpo, secondo l'insegnamento del Buddha tramandato nel discorso Anapanasati sutra
« [...] Ogni volta che un monaco dimora nella contemplazione del corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti mentali, ardente, chiaramente comprendendo e mentalmente presente, si stabilisce in lui una presenza mentale inoffuscata, in quel momento si instaura in lui il fattore di illuminazione "consapevolezza" (sati); in quel momento il monaco sviluppa il fattore di illuminazione "consapevolezza"; in quel momento raggiunge la perfezione nello sviluppo del fattore di illuminazione "consapevolezza". [...] »
(Dai discorsi del Buddha, Anapanasati sutta)
Il conscio atto respiratorio quale strumento cognitivo
Questa particolare concezione della comprensione, specifica del Buddhismo, alla cui formazione concorrono le facoltà corporee al pari di quelle intellettive, si distingue dal concetto occidentale di comprensione per il fatto che essa non si consegue solamente attraverso le facoltà razionali dell'Uomo ma anche attraverso quelle del corpo fisico, utilizzando lo strumento del respiro in funzione di conscio atto respiratorio [nota2], il quale collega fra di loro corpo, mente e spirito (spirito inteso come essenza di energie sottili che alimentano e sostengono la vita interiore dell'Uomo) e ne costituisce lo strumento fondamentale d'interazione.
« [...] Ogni volta che un monaco, mentalmente presente, inspira ed espira un lungo respiro o un breve respiro; o quando si esercita a inspirare ed espirare mentre sperimenta la funzione corporea (della respirazione); o ancora, mentre calma questa funzione, in quel momento, monaci, egli dimora praticando la contemplazione del corpo sul corpo, ardente, chiaramente comprendendo e mentalmente presente, avendo vinto il desiderio e l'angoscia nei riguardi del mondo. [...] »
(Dai discorsi del Buddha, Anapanasati Sutra)
La pratica del conscio atto respiratorio è lo strumento indicato dal Buddha nei suoi insegnamenti, con cui il buddhista praticante accede a quella particolare comprensione della realtà, detta anche qui ed ora, cioè esaustiva in tutte le sue componenti, resa possibile dalla perfetta interazione di mente e spirito (inteso come essenza di energie sottili) non agenti per conto proprio ma unificati ed interagenti fra loro sempre attraverso il corpo fisico, il quale oltre a costituirne lo strumento di espressione e di comunicazione, è nello stesso tempo anche il fondamentale strumento cognitivo che consente di raggiungere la comprensione della realtà in quello specifico senso buddhista occorrente per accedere alla realizzazione del nirvana buddhista.
Note
[nota1] In questo contesto chiara comprensione identifica quella speciale e tipica comprensione qui ed ora oggetto della meditazione buddhista, in cui anche il corpo è strumento cognitivo al pari dell'intelletto (taitoku suru 体得する)
[nota2] Così come l'insegnamento del Buddha stesso tramanda in uno dei suoi più famosi discorsi: l'Anapanasati Sutra