periodo dal 1965 al 1978
Con l'avvento in Italia di Hiroshi Tada che sostituisce Masamichi Noro nella qualità di Inviato ufficiale dell'Hombu Dojo Aikikai per la diffusione dell'Aikido in Europa, si registra un vero e proprio salto di qualità in tutti i sensi, non solo per l'eccezionale capacità tecnica del maestro, ma anche sotto il profilo dell'immediata crescita numerica dei praticanti in tutta Italia e del formarsi nelle varie località italiane dei primi gruppi spontanei di aikidoisti che iniziano ad allenarsi secondo un preciso programma didattico sotto la guida del maestro Tada attraverso la sua presenza costante nel tempo.
E' quindi terminato il periodo in cui saltuariamente ed a distanza di lunghissimo tempo fra una volta e l'altra, solo alcuni ardenti appassionati venivano individualmente a contatto con gli insegnanti giapponesi in occasione di sporadici incontri di uno o comunque di pochi giorni di pratica, per lascare il posto ad una pratica aikidoistica sistematica ed organizzata, che può contare sull'assidua e costante presenza sul territorio italiano del maestro Tada, il quale si prodiga in continui spostamenti da città in città per portare il proprio insegnamento presso i nascenti gruppi di pratica.
Anno 1965: arriva in Italia il maestro Masatomi Ikeda.
Arriva in Italia su esplicita richiesta del suo maestro Tada Hiroshi di cui è stato allievo in Giappone negli anni 1960-1964 presso il Dôjô Jiyûgaoka dove M° Tada insegnava privatamente prima di arrivare in Italia. Con l'aiuto e l'assistenza del Sig. Attilio Infranzi, un pioniere dell'Aikido italiano residente a Cava dei Tirreni vicino a Salerno, supera velocemente le iniziali difficoltà linguistiche e logistiche ed inizia ad insegnare stabilmente a Napoli e Salerno, facendo nel contempo da supporto al M° Tada nei principali stages svolti in Italia. Nel 1970 lascia l'Italia e dopo un breve periodo itinerante fra Italia, Svizzera ed alcune località del Nord Europa, ritorna in Giappone.
Anno 1967: arriva in Italia il maestro Toshio Nemoto.
Nell'estate del 1967 arriva nella città di Torino su esplicita richiesta del suo maestro Tada Hiroshi di cui è stato allievo in Giappone presso il Dôjô Jiyûgaoka. Si insedia a Torino dove insegna stabilmente al Judo Kodokan Club nella palestra dello stadio comunale di Torino in Via Filadelfia 88 e svolge un ruolo di supporto al M° Tada nei principali stages svolti in Italia.
Assistito dal torinese Claudio Pipitone, pioniere dell'Aikido italiano e suo abituale "uke" (partner d'allenamento), si prodiga per oltre tre anni con ardore e con tenacia per la diffusione dell'Aikido in Italia. A tale proposito è da ricordare l'evento eccezionale del 29 ottobre 1968 organizzato per la visita a Torino della Sig.na Makiko Nakamura, figlia dell'allora ambasciatore giapponese a Roma, ottima aikidoista, che fu motivo di risonanza anche sui quotidiani dell'epoca ed utile occasione per far conoscere l'esistenza in Torino di un qualificato corso d'Aikido condotto da un insegnante giapponese. Nel mese successivo dello stesso anno, sabato 21 settembre, in occasione di un'esposizione d'arte presso la "Galleria Viotti" di Torino, è da ricordare una lezione d'allenamento tenuta presso il Dojo di Torino dalla Sig.na Haru Onoda, valente scultrice ed aikidoista giapponese, a cui fu invitata a presenziare anche la stampa italiana al seguito della mostra. Nel 1970 il M° Nemoto ritorna definitivamente in Giappone.
Anno 1968: iniziano gli stages annualmente ricorrenti del M° Tada
Da quest'anno il M° Tada organizza corsi di allenamento intensivo ricorrenti ogni anno, che consentono l'avvio di una nuova fase della didattica dell'Aikido in Italia. Nell'agosto del 1968 il M° Tada organizzò per la prima volta in Europa, nella città di Lido di Venezia, un corso internazionale di Aikido della durata di tre settimane, a cui parteciparono tutti gli insegnanti presenti in Europa: Masamichi Noro e Nobuyoshi Tamura (Francia), Masatomi Ikeda (Napoli, Italia), Toshio Nemoto (Torino, Italia), Katsuaki Asai (Germania), Kazuo Chiba (Inghilterra), Yasunari Kitaura (Spagna). Fu un evento memorabile, di eccezionale risonanza internazionale, il cui successo segnò l'avvio di un ricorrente appuntamento estivo destinato a proseguire ininterrottamente ogni anno, fino ai tempi attuali (anno 2008).
Anno 1969: si forma la prima generazione di cinture nere italiane
L'anno accademico 1968/1969 merita di essere ricordato anche perchè nell'arco di quest'anno il M° Tada Hiroshi rilasciò in Italia i primi certificati con il grado aikidoistico di Shodan (cintura nera 1° dan) ad un primo gruppo di suoi allievi che lo avevano seguito assiduamente in quegli anni. In quell'epoca, ancora semipionieristica, non esisteva la possibilità di inoltrare una "domanda di esame" per la cintura nera ed era solamente il M° Tada che, nel momento in cui riteneva che un suo allievo avesse completato la preparazione necessaria, decideva a proprio insindacabile giudizio di conferirgli il grado di Shodan.
Il primo gruppo di aikidoisti italiani che in quell'anno accademico ricevettero dal M° Tada Hiroshi il grado di Shodan riconosciuto ufficialmente dall'Hombu Dojo Aikikai, furono: [nota1]
Bosello Claudio (Milano), Burkhard Bea (Napoli), Chierchini Carla (Roma), Chierchini Danilo (Roma), Cesaratto Gianni (Roma), De Compadri Fausto (Mantova), De Giorgio Sergio (Roma), Della Rocca Vito (Salerno), Esposito Brunello (Napoli), Immormino Ladislao (Torino), Infranzi Attilio (Cava dei Tirreni), Lusvardi Francesco (Mantova), Macaluso Marisa (Mantova), Peduzzi Alessandro (Milano), Pipitone Claudio (Torino), Ravieli Alfredo (Roma), Sabatino Nunzio (Napoli), Sciarelli Guglielmo (Napoli), Veneri Giorgio (Mantova)
Nota [1]
Fonte: "Da cintura bianca a cintura nera", di Tommaso Betti-Berutto, 5° edizione, "Centro Judoista Sakura", 1970 Roma
Anno 1970: nasce l'Aikikai d'Italia, la principale organizzazione aikidoistica italiana
Il 10 aprile 1970 il M° Tada Hiroshi fonda la "Accadenia Nazionale Italiana di Aikido Aikikai d'Italia" che viene subito riconosciuta dall'Aikikai Foundation del Giappone quale unica organizzazione autorizzata dall'Ente giapponese all'organizzazione della pratica dell'Aikido in Italia.
Il 6 novembre dello stesso anno si riunisce il comitato promotore dell'Aikikai d'Italia per deliberare il cambiamento della denominazione in "Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese" ed approva un nuovo statuto in cui l'Aikikai d'Italia si costituisce quale sezione autonoma della neonata associazione, con la specifica missione di organizzare la diffusione e l'insegnamento dell'Aikido in Italia.
Questo evento costituisce una pietra miliare della storia dell'Aikido italiano, in quanto segna l'avvio di una nuova era, più organizzata ed efficace, della gestione della pratica aikidoistica italiana da parte della struttura facente capo ai maestri giapponesi ufficialmente riconosciuti dall' Aikikai Foundation quale esclusivo organo autorizzato in Italia per l'insegnamento e la diffusione dell'Aikido
Anno 1971: arriva in Italia il maestro Yoji Fujimoto
Nel luglio del 1971 arrivò a Milano il Sig. Yoji Fujimoto che trovò in Italia un'attività aikidoistica in veloce espansione e crescita non più solamente sotto la guida del maestro Tada Hiroshi ma anche per merito della prima generazione di cinture nere italiane che da qualche anno aveva iniziato ad affiancare efficacemente gli istruttori giapponesi nell'insegnamento e nella diffusione dell'Aikido in Italia. Il maestro Fujimoto, dopo essersi rapidamente insediato come istruttore in Milano, già nel settembre dello stesso anno si attiva subito nel prendere i suoi primi contatti con la realtà aikidoistica italiana in Piemonte e del sud Italia (Napoli), affiancato da Claudio Pipitone, una delle prime cinture nere italiane ed istruttore designato dal maestro Tada Hiroshi nella scuola Aikikai Torino presso la succursale di Torino dell'Aikikai d'Italia, che lo guida in questo suo primo giro esplorativo per l'Italia: successivamente il maestro Fujimoto prosegue man mano sempre più speditamente ed in modo autonomo nella sua azione di pieno inserimento nel tessuto aikidoistico italiano.
Anno 1972: l'Aikikai d'Italia apre la sua prima (ed unica) succursale in Italia.
Nel gennaio 1972 il Dojo accademico di Torino della Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese retto dalla cintura nera Claudio Pipitone per espressa delega del M° Hiroshi Tada, trasferisce la propria attività dalla sede provvisoria di Via Giolitti 35, alla nuova ampia sede in Via Frabosa 5 dedicata esclusivamente alla pratica dell'Aikido. La succursale di Torino, in assenza del maestro Tada Hiroshi che in quegli anni iniziava a dividere la sua presenza fra Italia e Giappone, fu affidata alla cintura nera Claudio Pipitone con la responsabilità di conduttore ed insegnante, e fornirà un valido supporto logistico alle attività didattiche dell'Aikikai d'Italia fino al dicembre 1981, anno in cui gli organi associativi decisero la sua dismissione per mutati orientamenti di politica organizzativa e didattica sul territorio italiano.
Anno 1973: il maestro Hiroshi Tada fa ritorno in Giappone
Nel 1973, ritenendo conclusa la sua missione in Italia, il maestro Tada Hiroshi fa ritorno in Giappone rientrando nei ranghi degli istruttori ufficiali dell'Hombu Dojo Aikikai, ai vertici della gerarchia didattica giapponese. Da tale data mantiene in Italia ed in Europa solamente più un ruolo di supervisore tecnico, svolgendo ogni anno degli stages estivi di aggiornamento in Italia ed Europa.
Anno 1974: arriva in Italia il maestro Hideki Hosokawa
Nel luglio 1974 arrivò in Italia il Sig. Hideki Hosokawa accompagnato, nel suo viaggio di trasferimento da Tokyo a Roma, da Claudio Pipitone che rientrava in Italia dopo un soggiorno di perfezionamento nell'Aikido presso l'Hombu Dojo Aikikai del Giappone. Il maestro Hosokawa, che in Giappone era stato uno degli allievi del maestro Tada Hiroshi presso il Dôjô Jiyûgaoka di Tokyo, si stabilì a Roma per alcuni anni come insegnante presso il Dojo centrale dell'Aikikai d'Italia e successivamente a Cagliari in Sardegna.
Anno 1974: nasce un gruppo di Aikido nella F.I.L.P.J. (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo).
Fungerà da polo di aggregazione per alcuni gruppi italiani di pratica aikidoisica.
In questi anni il numero dei gruppi italiani che non aderiscono all'Aikikai d'Italia è in continuo aumento. All'interno di questi gruppi però, la maggioranza dei praticanti non ha ancora raggiunto una propria autonoma maturità tecnica e sente la necessità di essere assistita da maestri giapponesi esperti per poter avanzare nell'apprendimento dell'Arte.
Gli aikidoisti italiani praticanti in seno alla F.I.L.P.J. (federazione riconosciuta dal C.O.N.I.) si rivolgono ad alcuni maestri giapponesi che erano stati allievi diretti del Fondatore e che mostrano disponibilità a portare il loro insegnamento in Italia. Fra questi vi sono i maestri Hirokazu Kobayashi (che già fin dalla metà degli anni '60 visitava periodicamente l'Europa per l'insegnamento dell'Aikido) e Takeji Tomita (arrivato in Europa nel 1969 quale Inviato ufficiale dell'Hombu Dojo Aikikai) i quali si prestano a tenere periodicamente dei corsi presso questa federazione fino al 1995, anno in cui la F.I.L.P.J. subirà delle profonde trasformazioni.
Anno 1975: il Doshu Kisshomaru Ueshiba fa visita all'Italia
Nell'ottobre 1975 per la prima volta il Doshu Kisshomaru Ueshiba si reca in visita in Italia a Roma presso il Dojo Centrale dell'Aikikai d'Italia. Qui tiene una memorabile embukai (manifestazione per il pubblico) coadiuvato dai maestri Hiroshi Tada e Nobuyoshi Tamura.
Anno 1977: U.I.S.P. (Unione Italiana Sport Popolare), accordo di collaborazione con l'Aikikai d'Italia
Nell'estate 1976 l' Aikikai d'Italia ratifica con delibera assembleare del 9 agosto, l'accordo con la U.I.S.P. per concedere a quest'associazione la possibilità di far praticare l'Aikido ai suoi iscritti sotto il diretto controllo di istruttori qualificati dall'Aikikai d'Italia.
Anno 1978: l'Aikikai d'Italia ottiene il riconoscimento giuridico dello Stato Italiano.
La costituzione dell'Aikikai d'Italia in associazione, sebbene ancora priva del riconoscimento della persona giuridica, consentì di attivare le procedure previste dalla legge italiana al fine di ottenere dallo Stato Italiano il riconoscimento giuridico che, dopo un tentativo infruttuoso presso il Ministero della Pubblica Istruzione dell'epoca, ebbe infine successo presso il Ministero dei Beni Culturali, utilizzando la nuova denominazione di "Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese" ed il riconoscimento con conseguente erezione in Ente Morale, arrivò con D.P.R. n° 526 dell'8 luglio 1978.
Anno 1978: arriva per la prima volta in Italia il M° Koichi Tohei
In quest'anno il M° Koichi Tohei ri recò per la prima volta in Europa per presentare personalmente lo "Shin Shin Toitsu Aikido" in Inghilterra, Belgio, Francia, Germania ed anche in Italia.
Già fin dal 1971 Tohei, che in quegli anni era a capo del corpo insegnanti dell' Hombu Dojo Aikikai e che fu l'unico allievo diretto di Morihei Ueshiba a conseguire il grado di 10° dan conferitogli personalmente dal Fondatore e ratificato dall'Aikikai Foundation, aveva fondato in Giappone sotto l'egida dell'Aikikai Foundation una propria scuola denominata Ki no Kenkyukai (Associazione per la ricerca del ki) che introduce nella didattica dell'Aikido i principi della disciplina giapponese dello Sih Shin Toitsu Ho che gli orientalisti occidentali hanno definito "Yoga Giapponese", fondato da Saburo Nakamura Tempu, maestro di Koichi Tohei unitamente a Morihei Ueshiba.
Nel 1974 Il M° Tohei si separò dall' Aikikai Foundation rendendosi indipendente ed autonomo da essa e fondando la propria scuola personale di Aikido basato su una didattica che aveva i propri fondamenti nello Sih Shin Toitsu Ho.